Un settore in cui l’utilizzo dei droni è in fase di sviluppo è sul trattamento con agrofarmaci.
Le leggi, scritte prima dell’avvento dei droni, vietano l’applicazione di prodotti fitosanitari tramite aerei, per evitare la possibilità di contaminazione di colture limitrofe, strade e centri abitati. Oggi, con le nuove tecnologie, questo problema non si dovrebbe più porre.
Il progresso non si può fermare: in America e Giappone, per questo tipo di lavoro si utilizzano droni di grandi dimensioni, con motori a scoppio, a lunga percorrenza e capaci di trasportare carichi pesanti. «Stiamo studiando una sperimentazione per dimostrare agli organi competenti che l’uso di droni per trattamenti fitosanitari non fa più danni di un elicottero – affermano da Dronezone -. Ma vogliamo fare di più: dimostrare che l’uso di questi apparecchi è migliore di quello dei classici atomizzatori. Grazie ad un velivolo senza pilota c’è un’applicazione più mirata del prodotto, si riducono le derive e gli operatori non sono esposti ai fitofarmaci».
In futuro certamente vedremo sempre più droni nelle nostre campagne.
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